Mick Fleetwood ha sempre sognato di suonare con i Rolling Stones

Seppur in qualità di batterista e cofondatore dei Fleetwood Mac abbia alle spalle una carriera da far invidia alla maggior parte dei musicisti, Mick Fleetwood ha sempre sognato di suonare con i Rolling Stones.
In una recente intervista rilasciata a Classic Rock, ricordando anche le sue prime esperienze nella band dei Cheynes, il 74enne musicista britannico ha spiegato: “Ero solito andare a vedere i Rolling Stones a Eel Pie Island, a sud di Londra, quando non li conoscevo affatto. Andammo in tour con loro nel 1964. E fino a oggi Keith Richards è una delle tre persone che mi chiamano Michael. John McVie ed Eric Clapton sono gli altri”. Mick Fleetwood ha poi aggiunto, scherzando:
“Gli Stones sono davvero la mia band preferita. Il mio sogno è sempre stato che Charlie Watts si prendesse l'influenza e così che io potessi salvare la situazione e suonare con gli Stones per una settimana. Ma la chiamata non è mai arrivata”.
Proprio dal batterista dei Fleetwood Mac è arrivato lo scorso anno un messaggio in tributo al compianto addetto ai tamburi della band di “Sympathy for the devil”, scomparso il 24 agosto 2021. "Caro Charlie, io, come tanti altri, oggi sono molto triste”, aveva scritto Mick Fleetwood ricordando Charlie Watts - il cui posto negli Stones è ora occupato da Steve Jordan, attualmente impegnato nel tour di Mick Jagger e soci che stasera 21 giugno farà tappa a San Siro a Milano. E ancora: “Tuttavia, non essendoci molte parole, mi sento ancora di dirti: ‘Tu, nella vita, avevi stile!’. Come musicista eri al di sopra di tutto e di tutti. Sei il mio sogno diventato realtà! Nessuno poteva guidare una band come te!”.
Sebbene non abbia mai suonato la batteria per i Rolling Stones, nel corso della sua carriera Fleetwood ha collaborato con molti dei membri della formazione di “Honky Tonk Woman”. Nel 1983, per esempio, Mick Fleetwood ha suonato con Keith Richards per Jerry Lee Lewis nello show battezzato “Salute!” e ha suonato nell’album solista di Ronnie Wood del 1979, “Gimme Some Neck”.